CAVALLINI DELLA GIARA: INTESA REGIONE-COMUNI PER DIFENDERE E VALORIZZARE SIMBOLO DELLA SARDEGNA.

“La salvaguardia dei cavallini della Giara, simbolo della Sardegna, e la valorizzazione di un vasto patrimonio ambientale e paesaggistico intorno al quale promuovere un modello di sviluppo sostenibile del territorio”. Così il presidente Cappellacci ha sintetizzato le finalità del protocollo d’intesa siglato stamane insieme all’assessore Cherchi con i Comuni di Gesturi, Tuili, Setzu, Genoni, con l’Unione dei Comuni della Marmilla, AGRIS e la ASL n. 6. “É un passo in avanti – ha aggiunto il presidente- che certifica, rinforza e rilancia un’attenzione delle istituzioni che non é mai venuto meno e la proietta verso soluzioni di prospettiva e di lungo periodo. Il protocollo – prosegue il presidente- individua regole chiare, responsabilità e finanziamenti che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti. L’obiettivo finale – ha concluso Cappellacci- é quello di sostenere le scelte che provengono dal territorio e la realizzazione di un vero e proprio parco della Giara”. (

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IL CORAGGIO DEL CONFRONTO PER SERVIRE LA COMUNITÀ

“Dopo i tragici eventi avvenuti nella capitale, riecheggiano sui media parole come responsabilità, dialogo, unità e altre espressioni che di solito accompagnano queste situazioni di sgomento e difficoltà. Affinché queste non appaiano come formule di rito della politica per “metabolizzare” l’accaduto, una scorciatoia o un pretesto per porre in essere strategie tutte interne al palazzo, occorre una riflessione seria, sincera, schietta, che rimanda alle ragioni più profonde dell’impegno di ciascuno al servizio della collettività. L’alternativa non può essere tra i fautori del compromesso esasperato e coloro i quali sembrano avere come priorità la salvaguardia della purezza della propria formazione politica da quelle che vengono raffigurate quasi come pericolose contaminazioni. Queste sono due facce della stessa medaglia: quella di una democrazia bloccata in un’eterna contesa del consenso, che nella perversa logica della delegittimazione reciproca e della strenua conservazione di vecchie dinamiche rendite e di posizione, risulta svuotata della propria sostanza e diventa “altro” rispetto alla società che dovrebbe rappresentare. Una democrazia senza il “demos” non è definibile tale. Il coraggio oggi non è nel compromesso a tutti i costi né nella barricata fine a sé stessa. Non è annullando le differenze o rimarcandole ad ogni piè sospinto che si fa l’interesse della collettività. Vi è un’altra via: nel rispetto dei ruoli di ciascuno, delle differenti appartenenze partitiche, di categoria e generazionali, bisogna non venire mai meno a quel dovere del confronto e del dialogo che rappresenta il funzionamento fisiologico della democrazia e la manifestazione di una politica che è intenta a parlare del vissuto quotidiano dei cittadini anziché di sé stessa. Il confronto sia anche aspro, acceso, appassionato, ma non venga mai meno. E, se l’occasione di rimarcare le differenze non manca mai, occorre non perdere di vista quelle situazioni in cui l’interesse della collettività deve prevalere sulla bandiera della fazione politica. Chi ha convinzioni forti, solide e radicate non teme il confronto né teme che la propria identità, ben riconoscibile possa risultare in qualche modo annacquata. L’appello è pertanto quello ad alzare da subito, cogliendo l’occasione della discussione sulla legge Finanziaria, il livello della dialettica e di focalizzare l’attenzione su coloro i quali incontriamo nella vita di tutti i giorni, dal genitore all’imprenditore, dallo studente al lavoratore, dal precario al disoccupato etc. Devono avere la percezione concreta che la politica si stia adoperando per loro, che stia parlando di loro e che non sia qualcosa di diverso dalla società che rappresenta”.

Ugo Cappellacci

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La mia replica a Bonanni. Autonomia arma di difesa dei Sardi.

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“Se l’Autonomia della Sardegna ricalcasse veramente un modello di carattere statale, avremmo avuto meno difficoltà a risolvere le questioni ancora aperte con un Governo nazionale, che nel corso degli anni si è dimostrato a dir poco restio a riconoscere diritti ed aspettative legittime di un popolo che non chiede privilegi né assistenzialismo, ma solo quanto gli spetta per camminare con le proprie gambe”. Così il presidente Cappellacci commenta le dichiarazioni del segretario nazionale della CISL, Raffaele Bonanni. “Tra le questioni ancora aperte spiccano quella relativa alla vertenza entrate, ancora non pienamente risolta, e quella inerente ad un patto di stabilità che ci impedisce di dare piena attuazione alle politiche rivolte alle famiglie, al lavoro e alle imprese. A queste si aggiunge la problematica della continuità territoriale marittima che ha sempre visto gli esecutivi nazionali dalla parte degli armatori, in particolare di un cartello di speculatori, e mai dalla parte della nostra isola. E’ grazie all’Autonomia che i sardi, anche con i referendum regionali, hanno avuto la possibilità di far alzare subito la loro voce per dire no a chi avrebbe voluto calare dall’alto la decisione di trasformare la nostra isola in una pattumiera nucleare. Per questo lo Statuto Speciale rappresenta e deve continuare ad essere uno strumento di difesa degli interessi della nostra terra non solo da uno stato patrigno, ma anche da poteri assai forti economicamente e politicamente e interessati a speculare a discapito della Sardegna. Ed è solo grazie all’Autonomia – sottolinea il presidente- che abbiamo avviato un’azione di riduzione dei costi della politica, anticipando di fatto le altre Regioni e lo Stato, giungendo anche alla riduzione dei componenti del Consiglio regionale. Poiché da parte gli organismi centrali dello Stato non c’è stata un’azione analoga e restano in piedi vecchie rendite di posizione, appare assurdo ipotizzare che il cambiamento possa giungere da una centralizzazione di poteri e funzioni nelle mani di organismi che hanno predicato il rigore, ma lo hanno messo in pratica solo per gli altri. Peraltro tale posizione stride con quella dei sindacati regionali, che chiedono a gran voce l’esatto opposto: una strenua difesa dell’Autonomia e un’azione determinata su quella che è nota come la vertenza Sardegna. Insomma – ha concluso Cappellacci – la nostra isola è in credito verso uno Stato che ad oggi resta un debitore moroso, la questione sarda ancora stenta a trovare la rilevanza che merita nell’agenda politica nazionale. Per questo l’Autonomia regionale è quanto mai attuale e necessaria per costruire l’autonomia dei cittadini sardi di poter sviluppare il proprio percorso di vita a condizioni pari con i nostri concittadini italiani

GOVERNO: CAPPELLACCI, NUOVO ESECUTIVO DIA RESPIRO A FAMIGLIE, IMPRESE E TERRITORI

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“Il nuovo esecutivo nazionale che andrà a formarsi dia respiro alle famiglie, alle imprese e ai territori”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, nel giorno in cui iniziano le consultazioni del presidente incaricato. “Occorre allentare subito – ha evidenziato Cappellacci- una pressione fiscale che ha superato i livelli di guardia e che rischia di pregiudicare alla logica di un rigore esasperato la ripresa del sistema economico nazionale”. É altresì necessario – ha aggiunto- rivedere il nodo troppo stretto del patto di stabilità, che vincola l’azione dei Comuni e delle Regioni, impedendo ad essi di tradurre pienamente in azione concreta i loro indirizzi politici. Per quanto riguarda tale aspetto – ha concluso il presidente – auspichiamo che il nuovo esecutivo sia sollecitato anche dal presidente della Repubblica affinché rispetti i pronunciamenti della Corte Costituzionale”.

Chi oggi invoca la democrazia sostenga l’elezione diretta del presidente della Repubblica.

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“C’è un solo modo per identificare chi vuole realmente cambiare e chi invece intende mantenere lo status quo: avviare subito l’iter per modificare la Costituzione e introdurre l’elezione diretta del presidente della Repubblica.Chi oggi invoca la democrazia, parla più o meno velatamente di golpe, non potrà un domani eludere tale dibattito o, peggio ancora, dichiararsi contrario. L’elezione diretta è l’unico strumento che può garantire il massimo livello di democrazia. Tutti gli altri offrono solo a un numero limitato o ad una cerchia ben individuata di cittadini la possibilità di esprimere la propria voce. La volontà di cambiamento non può fermarsi all’invocazione della piazza, ma deve essere sostenuta alla prova dei fatti”.

Ugo Cappellacci

Cappellacci: “Un patto per Oristano” (L’Unione Sarda)

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«Polo agroalimentare, università e fibra ottica: sono pronti i fondi» La sfida è aperta. Ora c’è un patto, ufficiale, da onorare. La visita del presidente della Regione Ugo Cappellacci è solo una fase. Lo hanno ben registrato sindaco, autorità e rappresentanti delle istituzioni e delle categorie produttive che ieri hanno segnato punto per punto quanto annunciato dal governatore. Fra un mese, a maggio, la prima tappa: l’istituzione di un tavolo di lavoro coordinato dalla Presidenza della Regione per dare una risposta alle attese di Oristano e del territorio.
LA VISITA A dispetto delle polemiche della vigilia, la giornata di ieri è filata senza intoppi. Nell’aula consiliare del Comune ieri erano presenti anche il prefetto Giovanni Russo, il presidente della Provincia Massimiliano De Seneen e l’arcivescovo Ignazio Sanna. Il sindaco ha rispolverato l’ormai vecchio protocollo di intesa sottoscritto da Comune, Provincia e Regione, «in gran parte inattuato». Quel documento, ha detto Tendas, «dettava le linee di sviluppo. Molti dei punti contenuti nell’intesa del 2007 sono ancora oggi validi e altri se ne sono aggiunti». Chiarimenti sull’aeroporto, e «l’attivazione della dorsale di fibra ottica che attraversa tutto l’agglomerato industriale». ma anche: il progetto pilota per l’housing sociale nell’area delle case minime da 5 milioni di euro, il finanziamento da 3 milioni di euro del progetto Paesaggio Golfo di Oristano e quello, sempre da 3 milioni per il Museo della Sardegna Giudicale. Claudio Atzori (Legacoop e in rappresentanza del mondo delle imprese) ha sollecitato un utilizzo oculato delle risorse. «Il Patto di stabilità non può colpire solo i pagamenti verso le imprese, e vanno eliminati gli sprechi». Angelo Medde (Uil e in rappresentanza del mondo del lavoro): «I bisogno si conoscono, basterebbe solo un po’ più di considerazione».
IL PRESIDENTE Cappellacci ha toccato solo di striscio le polemiche che lo hanno preceduto: «La mia visita istituzionale non può essere confusa con un momento di campagna elettorale, soprattutto se si opera per perseguire il bene della comunità e del territorio». Ha quindi concordato sulla necessità di ritrovare uno spirito di collaborazione e di forte alleanza tra le istituzioni per superare la crisi.
I FONDI STANZIATI Quindi ha ricordato le risorse spese per l’Oristanese in questi anni: i 180 milioni di euro per il territorio, i 10 milioni del fondo per le infrastrutture, i 20 milioni per opere come il potenziamento del porticciolo di Torregrande e la riqualificazione urbana (strade e impianti sportivi), i 6 milioni per le opere cantierabili e i 7 milioni per il polo agroalimentare. «Oristano ha delle eccellenze culturali di cui si deve tenere conto», ha commentato riferendosi alla Sartiglia, al Museo Giudicale e alla Reggia «che saranno oggetto delle riflessioni del tavolo di coordinamento che sarà istituito presso la Presidenza della Giunta regionale». Sulla fibra ottica ha annunciato la prossima approvazione della delibera che consentirà di bandire la gara d’appalto e sul fondo unico per gli enti locali ha spiegato che gli stanziamenti non saranno modificati. Disponibilità anche per la realizzazione a Oristano della Conferenza regionale sull’amianto. Sui temi più generali della crisi, Cappellacci ha spiegato che «il Patto di stabilità è il vero cancro del sistema paese, contro il quale stiamo combattendo una battaglia dura». ( r. r. )

RIFIUTI, CAPPELLACCI: “RIBADIAMO NETTA CONTRARIETA’ A IMPORTAZIONE DA ALTRE REGIONI”.

“Ribadiamo la netta contrarietà della Regione allo smaltimento in Sardegna di rifiuti provenienti da altre Regioni”. Lo ha dichiarato il presidente Ugo Cappellacci, in seguito alla polemica sull’arrivo di una nave proveniente dalla Sicilia, carica di percolato. “Sul punto – ha aggiunto il presidente – confidiamo nel sostengo, nel senso di responsabilità e, soprattutto, nella massima attenzione di tutti coloro i quali, nella loro veste istituzionale, sono chiamati al controllo affinché la nostra isola non sia vista da nessuno come una potenziale discarica. Come Giunta – ricorda Cappellacci – abbiamo espresso la disponibilità a un gesto di solidarietà nei confronti di altre Regioni che si dovessero trovare in difficoltà, ma solo ed esclusivamente in termini di uomini e mezzi. Resta invece netta la nostra opposizione allo sbarco di rifiuti nella nostra isola, a qualunque titolo. Eventuali iniziative in senso contrario – ha concluso il presidente – troveranno la netta opposizione, in ogni sede, della Giunta”.

Il marchio di qualità per i prodotti agroalimentari sardi.

Un marchio rosso per conquistare i mercati alimentari (La Nuova Sardegna)

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L’assessorato all’Agricoltura sceglie un logo semplice Entro l’anno sarà il simbolo di tutte le produzioni

CAGLIARI Q sta per Qualità, in rosso acceso, oppure vale Quattro, in nero intenso, come sono quattro i Mori della bandiera. È da questo intreccio di colori, lettere ed emozioni che un creativo di Sanluri – Elio Gola – ha fatto nascere quello che entro l’anno sarà il nuovo marchio unico dei prodotti agro-alimentari di Sardegna. La commissione interna dell’assessorato all’agricoltura lo ha scelto per questo: semplicità e impatto. Sarà vincente? Conquisterà i consumatori? Servirà a far capire che l’isola è un’unica tavola imbandita e certificata? Lo dirà il mercato, bisogna aver fiducia, anche se una sua pecca salta subito agli occhi: lo slogan (Qualità Sardegna, scritta bianca su campo verde) è monolingue, solo in italiano: e gli stranieri? «Scusate, ma a loro non abbiamo pensato, è stata l’ammissione di colpa dell’organizzatore del concorso, l’assessore Oscar Cherchi. In qualche modo, bisognerà rimediare, altrimenti è una falsa partenza. A parte le correzioni in corsa, urgenti, la Sardegna avrà finalmente un suo logo unico, quello che mancava da troppo tempo e ora destinato ad abbracciare tutti i prodotti isolani non ancora santificati con le sigle Igp e Dop. «Lo potremmo definire il sigillo della nostra storia agro-alimentare», ha detto l’assessore dopo aver spiegato che prima dovrà essere approvato dall’Unione Europea, poi verrà depositato alla Camera di commercio e infine accompagnato da un disciplinare che dovrà essere rispettato con assoluto rigore dagli associati. «Oggi con questo marchio – ha detto il governatore Ugo Cappellacci – abbiamo dato un volto al brand Sardegna. La Regione lo metterà a disposizione delle aziende che vorranno essere subito identificate, riconosciute e associate all’eccellenza della produzione isolana». Al di là dell’enfasi politica, quella della Q-rossa va letta come un’operazione di marketing puro. Altrove interventi simili hanno fatto la fortuna di molti territori, dal Trentino alla Sicilia, e come sempre, la Sardegna si è mossa in ritardo ma alla fine ha capito che divisi non si va da nessuna parte. Molto meglio essere uniti, diventare un simbolo anche nei negozi e sulle tavole: «È questa l’unica strada – ha aggiunto Cherchi – per dimostrare la nostra innegabile e sana diversità in un mercato dominato da un’omologazione spinta che comincia per fortuna a vacillare e lo confermano anche i numerosi riconoscimenti che raccogliamo dovunque ». Resta da capire se il nuovo marchio servirà anche a ridare competiti vità alle aziende e soprattutto a renderle più internazionali. Per questo, la traduzione in inglese è obbligatoria, non è difficile, il suggerimento è Quality Sardinia, altrimenti tutto si trasformerà in un discreto esercizio teorico, mentre la Sardegna ora ha bisogno di molta, moltissima pratica. (ua)

Patto di stabilità, sfida aperta (L’Unione Sarda)

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La manovra a un bivio: lettera al ministro Grilli e un emendamento della Giunta

Cappellacci: avanti anche senza accordo col governo
Lettera ai ministri Grilli e Passera. Dal decreto-legge sui pagamenti alle imprese nuovo schiaffo alla Sardegna. Limiti di spesa sforati a giugno.
La Regione spenderà tutti i suoi soldi, anche quelli bloccati dai limiti di spesa del governo di Roma. Costi quel che costi: a partire dal prossimo 30 giugno, termine ultimo per trovare un accordo col ministero delle Finanze. «Anche senza quest’intesa andremo avanti lo stesso», ha annunciato ieri sera Ugo Cappellacci a Villa Devoto illustrando le ultime due mosse della sua Giunta: una lettera-ultimatum ai ministri Grilli e Passera (con richiesta di incontro) e una correzione alla finanziaria regionale per cercare di placare i mal di pancia nella maggioranza avvertiti durante l’esame nella commissione bilancio del Consiglio regionale. Oggi ne parlerà direttamente con i partner di governo, una chiamata alle armi perché il tempo corre: la manovra va approvata entro aprile.IL DECRETO La Giunta aspettava che nel decreto legge per i pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese – varato l’altro giorno dal declinante esecutivo Monti – fosse contenuto un articolo «salva-Sardegna». Per capire: l’ok romano a spendere i fondi in più ottenuti in base alle revisione delle entrate tributarie. Poco più di un miliardo e duecento milioni, quanto basta per far partire misure straordinarie anti-crisi e anti-povertà: dall’azzeramento dell’Imu alle famiglie povere ai sussidi in Sardex (la moneta per lo scambio di servizi) ai disoccupati. Niente da fare: pubblicato l’altro giorno sulla Gazzetta Ufficiale, il decreto governativo non fa cenno alla deroga per la nostra isola (mentre viene incontro a Sicilia e Piemonte) e a questo punto – spiega il governatore – senza una modifica del decreto Grilli sui debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, la Regione Sardegna si vedrà costretta ad approvare la norma, inserita nella Finanziaria regionale 2013, che revisiona unilateralmente il patto di stabilità correggendo al rialzo di 1,2 miliardi i propri limiti di spesa». È un problema di sopravvivenza per tutti i sardi: «L’adeguamento del patto stabilità rappresenta il principale problema che la Sardegna sta vivendo, è una tagliola che sta fortemente penalizzando il sistema e un eventuale rispetto regole non consentirà di arrivare alla chiusura del bilancio», conclude Cappellacci, sollecitando i due ministri a un incontro con i rappresentanti della Regione.EMENDAMENTI Nel frattempo anche la Manovra verrà modificata con due emendamenti della Giunta regionale (discussi oggi in un vertice di maggioranza: l’eliminazione della tabella F che conteneva gli interventi previsti per 1,2 miliardi sulla base della riscrittura unilaterale del patto di stabilità e la previsione del rispetto dei limiti del patto sino al 30 giugno. «Da questa data la Regione adeguerà anche senza accordo con lo Stato, il proprio patto accendendo una linea di credito autonoma con un mutuo da 800 milioni, evitando di utilizzare quella linea stabilita dal decreto», ha annunciato l’assessore Alessandra Zedda.Una prova di forza, come precisa lo stesso Cappellacci molto «più aggressiva» rispetto all’impostazione iniziale: non si aspetta più il permesso, da giugno la Regione sforerà il suo tetto. L’ESAME Intanto l’esame della Manovra va avanti in Consiglio regionale con qualche scossone. Ieri la commissione Bilancio ha incontrato i rappresentanti dei sindacati e degli enti locali mentre la commissione Agricoltura ha dato un parere positivo solo grazie al voto – che vale doppio – del presidente della commissione Paolo Terzo Sanna. I Riformatori (forza di maggioranza) si sono astenuti al pari del Psd’Az, fuoriuscito dalla compagine qualche settimana fa.I SINDACATI L’impostazione della Manovra 2013 non piace alla Cgil che la ritiene «per certi versi inefficace e per altri persino pericolosa, come quando si vanno a riscrivere unilateralmente i tetti di spesa sul patto di stabilità. Va completamente riscritta», ha spiegato il segretario regionale Michele Carrus al termine dell’audizione. Anche la Cisl ha bocciato la proposta di Finanziaria, presentando in commissione Bilancio un decalogo che spiega i perché la Manovra sia «del tutto inadeguata»: una Finanziaria che arriva «con un enorme ritardo e porterà a un incremento ulteriore dei residui». GLI ENTI LOCALI Da parte sua l’assemblea del Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere negativo sulla Finanziaria, mentre i sindaci sono pronti a una mobilitazione di piazza per una Manovra definita «inaccettabile».Antonio Martis