Migranti in Sardegna: la sinistra si levi il prosciutto dagli occhi.

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L’11 Maggio di un anno fa il centro-sinistra ha respinto in Consiglio una mozione presentata dal gruppo Forza Italia, con la quale avremmo voluto impegnare il presidente della Regione a promuovere un confronto immediato con il Governo sulla questione immigrazione. Il centro-sinistra ci accusò di essere razzisti, ignoranti e il presidente della Regione al nostro allarme sulla possibilità che la Sardegna fosse usata dal Governo come una nuova Lampedusa ha risposto così: “Chi dice una cosa del genere fa speculazioni di bassissimo livello, e basta guardare una carta geografica per capirlo”. Verrebbe da dire che forse lui guarda la carta geografica al contrario che dovrebbe girarla. Mentre Pigliaru è scomparso, dopo la passerella al porto canale durante lo sbarco avvenuto nel maggio del 2015, il Governo continua a trattare la nostra terra come una sorta di muro di contenimento dei flussi migratori verso l’Europa: una scelta folle, che ha ben poco di umano e che perpetua, anziché limitarli, i circuiti criminali che ruotano intorno al fenomeno. Basta leggere anche le cronache di questi giorni: si sono perse le tracce di migliaia di persone sbarcate nell’isola, tra le quali vi sono anche moltissimi minori. Sarebbe questa la “macchina dell’accoglienza” che, come recitano i comunicati, ormai simili ad un modulo prestampato, “ha funzionato alla perfezione”? La verità è che la macchina dell’accoglienza, ammesso che esista, è al collasso. La verità è che il Governo ha scaricato tutto sulle forze dell’ordine, sui volontari e sui territori. Ecco perché occorre dire subito “Stop” agli sbarchi nell’isola e pretendere un immediato confronto con il Governo per chiedere risorse, mezzi e soprattutto un radicale cambiamento di un atteggiamento sbagliato sul piano internazionale. Senza criteri, senza limiti, l’accoglienza tradisce ogni, annunciato, fine umanitario e diventa un favore ai trafficati di persone umane. Si levino il prosciutto dagli occhi e inizino a guardare la realtà in faccia. E ad agire di conseguenza.

Le tariffe Tirrenia e il “non disturbare” della Giunta.

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Proviamo a ricapitolare le ultime puntate. Dopo due anni e mezzo di interrogazioni, mozioni e ordini del giorno rimasti inevasi dalla Giunta regionale (benché votati perfino dal centro-sinistra), denunciamo un aumento rilevante delle tariffe massime della Tirrenia. Pubblichiamo i dati indicati dalla stessa compagnia di navigazione nel suo sito istituzionale e perfino alcune prove di prenotazione, dalle quali si evince che nel giro di tre settimane ci sono stati aumenti fino a 100 euro in più.

Nel frattempo si discute in Consiglio anche una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore ai Trasporti, salvato dal voto compatto della maggioranza che sostiene la Giunta Pigliaru. In oltre quattro ore di discussione né il presidente della Regione né l’assessore Deiana hanno detto una sola parola sui trasporti marittimi.

Così decidiamo di scrivere una lettera ai due ministri competenti, Delrio e Padoan, che in sintesi contiene due richieste: vigilare sulle tariffe per abbassarle e rivedere la convenzione.

In serata arriva una piccata replica dell’assessore ai Trasporti Massimo Deiana. Cosa afferma?

Tralasciando gli attacchi politici e le gaffe (come quella in cui dimentica che la convenzione con Tirrenia fu sottoscritta da Monti e modificata da Renzi, con il placet di Pigliaru), Deiana in sostanza dice che la convenzione è valida fino al 2020 e che i gli aumenti sono dovuti ai meccanismi previsti nella stessa.

Sono due affermazioni gravissime. In primo luogo, Deiana non entra minimamente nel merito della questione: le tariffe sono aumentate o non? Se sono aumentate, perché se la prende con noi anziché con Tirrenia? La sua sembra più una difesa d’ufficio della compagnia che la dichiarazione di un assessore della Regione Autonoma della Sardegna.

In secondo luogo, perché, visto che l’attuale Legislatura si conclude nel 2019 e lui allarga le braccia dicendo che la convenzione dura fino al 2020,  significa che non hanno intenzione di muovere un solo dito in difesa del diritto alla mobilità dei sardi e di una vera continuità marittima.

Insomma, la funzione esercitata oggi dal duo Pigliaru Deiana è simile a quella dei cartelli che si trovano nelle stanze degli alberghi con la scritta “Non disturbare”.

Aerei: le tasse sono già il 40% del biglietto. Cancellare i nuovi balzelli per le isole.

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Non basta una sospensione per quattro mesi, l’addizionale sui diritti di imbarco deve essere cancellata del tutto per le regioni insulari. E’ quello che abbiamo proposto già da tempo, con la  mozione che impegnava il presidente della Regione a promuovere una vertenza nei confronti del Governo, affinché la Sardegna fosse esclusa dall’aumento dell’addizionale sui diritti d’imbarco. Recentemente la Germania  ha ottenuto il via libera dell’Unione Europea per l’esenzione delle tasse per i passeggeri delle isole, non si comprende perché una misura analoga non possa essere adottata dallo Stato nazionale per la Sardegna. Invece non solo la nostra Regione paga con soldi propri la continuità territoriale, ma subisce la beffa di vedere che il 40% del costo dei biglietti è costituito da tasse e balzelli. La riesumazione e l’aumento dell’addizionale era solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso: una gabella ingiusta, che complica non solo la permanenza di Ryanair, ma quella di qualsiasi compagnia volesse investire nella nostra isola. Ecco perché deve essere rimossa del tutto. La Giunta regionale non pensi di svicolare dalle proprie responsabilità tra un ce lo chiede l’Europa e un lo abbiamo chiesto al Governo. Nulla impedisce all’esecutivo di adottare gli atti di competenza riguardo al sostegno al sistema low cost. Delle due è l’una: o difende la legge 10 a Bruxelles o propone un’altra legge e la approva in Consiglio. I dati sul numero dei passeggeri di Alghero e di Cagliari diffusi da Assaeroporti certificano il fallimento della politica degli annunci e dell’immobilismo. Agiscano  o, se non hanno il coraggio di decidere, tornino a fare convegni.

Piano Casa: la Corte Costituzionale smentisce anni di bugie.


“Una sentenza che sgombra il campo da anni di mistificazioni e ribadisce la qualità politica di uno strumento, che ha rappresentato una boccata d’ossigeno per la nostra economia”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta la sentenza n. 189 del 2016, con cui la Corte Costituzionale ha rigettato le questioni di costituzionalità della Legge regionale n. 21 del 2011, che aveva modificato la Legge regionale n. 4 del 2009, confermando la bontà del c.d. “Piano Casa” della Regione Sardegna (come peraltro già affermato nella precedente pronuncia n. 46 del 2014). I giudici costituzionali – evidenzia l’esponente azzurro- hanno rigettato i motivi di incostituzionalità paventati con il ricorso del Governo avverso la norma che delimitava l’ambito derogatorio degli interventi di ampliamento e di demolizione e ricostruzione con incremento volumetrico previsti dal Piano Casa (articolo 8, comma 5 ter, della legge regionale n. 4 del 2009, come introdotto dalla Legge regionale n. 21 del 2011). In particolare, la Corte costituzionale ha confermato che l’intervento legislativo regionale – da ricondurre, come già rilevato con la sentenza n. 46 del 2014, alla materia “edilizia e urbanistica” – espressamente dispone la possibilità di compiere alcuni interventi in deroga ai “regolamenti edilizi e agli strumenti urbanistici comunali vigenti”, senza comprendere, dunque, alcun riferimento al piano paesaggistico regionale. Pertanto, la disposizione impugnata, si inserisce perfettamente nell’ambito della competenza primaria in materia edilizia e urbanistica attribuita dall’articolo 3 dello Statuto alla Regione Sardegna, correttamente scritta e approvata dalla precedente legislatura, non contiene, né prevede deroghe espresse al Piano Paesaggistico regionale. Con riferimento, al profilo delle distanze, la Corte ha ritenuto che la precisazione di cui all’ultima parte del predetto articolo 8, comma 5 ter, secondo cui “è in ogni caso fatto salvo il rispetto delle disposizioni del Codice civile e i diritti dei terzi”, doveva essere correttamente interpretato nel senso che con la clausola di salvezza richiamata “il legislatore regionale ha voluto espressamente escludere che gli interventi edilizi possano essere realizzati in violazione delle disposizioni del codice civile – il cui richiamo, peraltro, deve intendersi come riferito all’intiera disciplina civilistica di cui il d.m. n. 1444 del 1968 è parte integrante e fondamentale (sentenza n. 134 del 2014) – e dei diritti dei terzi, senza perciò consentire, tuttavia, che essi siano effettuati in deroga ad altra normativa statale, la quale pertanto deve in ogni caso essere osservata”. Insomma, l’esatto opposto di quanto sostenuto in questi anni da chi ha demonizzato il Piano Casa. Viene così confermata la validità di disposizioni di legge che hanno consentito in questi anni, nonostante il terrorismo di una parte politica ben individuata, di dare una boccata d’ossigeno ad un settore vitale per la nostra economia. Oggi appaiono ancora più strumentali le motivazioni con cui l’attuale Giunta regionale ha cancellato il piano casa, senza proporre nient’altro, se escludiamo la riesumazione del PPR in versione soriana e una contorta legge contro l’edilizia. Ma vi è di più: i giudici costituzionali hanno anche confermano un perimetro della nostra Autonomia in materia che è assai più ampio di quello ristretto da qualche politico e da qualche burocrate romano, al quale ancora oggi la Giunta regionale chiede il permesso di esercitare le proprie funzioni”.

“Abbassare tariffe Tirrenia”. Cappellacci scrive a Delrio e Padoan.

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“Visto che la Giunta regionale ignora interrogazioni, mozioni e perfino gli ordini del giorno già approvati dal Consiglio, scriviamo direttamente al Governo”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia ha annunciato, con un video sulla sua pagina di Facebook, di aver inviato una lettera raccomandata ai due ministri competenti sulla Convenzione Tirrenia, Delrio e Padoan. “Davanti all’aumento delle tariffe massime e di quelle verificabili sul sito WEB della compagnia – prosegue l’esponente azzurro- chiediamo se la compagnia abbia rispettato il dovere di comunicarle previamente ai due ministeri e soprattutto se questi ultimi non ritengano necessario intervenire per calmierare prezzi che comprimono la libertà di circolazione di persone e merci. L’esponente azzurro ritorna anche sulla necessità di rivedere la Convenzione che regola i rapporti tra lo Stato e la compagnia: “La modifica del 2014, cui la Giunta Pigliaru ha dato la propria intesa, determina vantaggi solo per la compagnia di navigazione. Dopo la nostra vittoria storica, con la sentenza della Corte Costituzionale n. 230 del 2013 che ha riconosciuto il nostro diritto a decidere, la modifica non può che avvenire con la partecipazione piena ed effettiva della Regione Autonoma della Sardegna. L’isola non può più essere vincolata da atti discussi e firmati da altri. Si tratta di interventi quanto mai necessari, se consideriamo che da allora il quadro appare modificato  dalla concentrazione in poche mani del mercato dei collegamenti marittimi. Poiché il diritto alla mobilità dei sardi e quello di esercitare un’impresa a parità di condizioni con i concittadini italiani non possono essere sviliti a benevola concessione né rimessi alla volontà delle compagnie di navigazione, chiediamo un intervento determinato da parte del Governo affinché il mare diventi il ponte della Sardegna verso l’Italia e non il muro che la separa dalla Penisola”.

Di seguito, pubblichiamo il testo della lettera:

Egregi signori Ministri,

 

come certamente già sapete, l’articolo 6 della Convenzione per l’esercizio dei collegamenti marittimi in regime di pubblico servizio con le isole maggiori e minori, stipulata il 18 Luglio del 2012 disciplina le tariffe massime all’utenza.

Il secondo comma prevede che perentoriamente entro il ventesimo giorno precedente l’inizio di ciascun bimestre, la Società trasmette ai Ministeri vigilanti la rideterminazione delle tariffe massime di cui all’allegato A, applicando una serie di moltiplicatori, tra i quali rientra altresì il costo di un paniere di carburanti rilevato nel secondo e terzo mese precedente il bimestre di applicazione.

Il terzo comma prevede che perentoriamente entro i 15 giorni successivi alla comunicazione di cui al comma 2 i Ministeri vigilanti possono richiedere alla Società la sospensione dell’applicazione dell’aggiornamento delle tariffe.

Il successivo comma dispone che in caso di mancata richiesta di sospensione o nel caso di richiesta senza l’individuazione di adeguate misure compensative, le tariffe massime sono aggiornate senza ulteriori formalità. La società dà pubblicità delle tariffe massima applicabili in un’apposita sezione del proprio sito internet.

Il 18 Luglio la compagnia di navigazione ha comunicato sul proprio sito le nuove tariffe massime. Balza subito all’occhio un rilevante incremento del prezzo dei biglietti: per esempio, una doppia esterna sulla Genova Olbia passa dai 41,66 euro pubblicati a Maggio a 46,24 di oggi per i residenti in bassa stagione, da 60,89 a 67,58 per gli ordinari. In alta stagione da 54,63 a 60,64 (residenti), da 78,73 a 87,38 (ordinari). Sulla Napoli/Cagliari la cabina di 1° cl. ponte esterna passa da 41,52 a 43,41 per i residenti in bassa stagione e da 57,22  a 59,83 per gli ordinari. In alta stagione si passa da 45,65 a 47,73 per i residenti e da 73,79 a 77,15 per gli ordinari. Sulla Civitavecchia-Olbia per una quadrupla esterna si passa da 41,86 a 43,50 per i residenti in alta stagione e per i non residenti da 46,65 a 48,47 euro. Aumenti anche sulla Civitavecchia Cagliari, dove per una doppia si passa da 40,17 a 42,34 euro (residenti) e da 62,45 a 65,83. Gli esempi potrebbero continuare.

A questo proposito, si richiede se la compagnia di navigazione abbia previamente comunicato le nuove tariffe massime ex articolo 6 della Convenzione e se le S.V. non ritengano che tali incrementi meritino un esame attento, onde contrastare eventuali patologie. Ciò vale, a maggior ragione, per il bimestre in questione, che è quello in cui si registrano i maggiori flussi turistici.

La Sardegna, essendo un’isola, vede le proprie potenzialità economiche fortemente condizionate dai prezzi, dalla frequenza, dalla qualità dei trasporti marittimi e aerei. Per questo motivo appare opportuno segnalare alle SS.LL. la situazione sopra descritta per richiedere le verifiche che il caso richiede e, ove fossero confermate le nostre perplessità, domandare di  porre in essere tutte le azioni necessarie a calmierare i prezzi. Occorre un intervento urgente per scongiurare un danno ingiusto alle imprese turistiche ed una lesione del diritto alla mobilità dei sardi, ma ancor di più appare necessario rivedere radicalmente la Convenzione per conformarla alle esigenze dettate dalla condizione di insularità della nostra Regione.

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 230 del 2013 tale percorso di modifica non può che avvenire con la partecipazione piena ed effettiva della Regione Autonoma della Sardegna. Si tratta di interventi quanto mai necessari, se consideriamo che da allora il quadro appare modificato  dalla concentrazione in poche mani del mercato dei collegamenti marittimi.

Poiché il diritto alla mobilità dei sardi e quello di esercitare un’impresa a parità di condizioni con i concittadini italiani non possono essere sviliti a benevola concessione né rimessi alla volontà delle compagnie di navigazione, chiediamo un intervento determinato da parte del Governo affinché il mare diventi il ponte della Sardegna verso l’Italia e non il muro che la separa dalla Penisola.

Accademia “Sironi”: le nostre azioni e le millanterie di Pigliaru & c.

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“Se ritiene di aver lavorato bene, perché a due anni e mezzo dal suo insediamento la Giunta è ancora tanto preoccupata del confronto col passato da ricorrere sistematicamente alla bugia? Affermare che per la prima volta una giunta regionale sostiene l’Accademia delle Belle Arti Sironi e altre realtà isolane è una bufala, che fa poco onore a chi la diffonde”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta gli annunci della giunta regionale sulle accademie e sui conservatori. “Già ai suoi esordi il presidente Pigliaru durante un incontro a Sassari tentò di intestarsi abusivamente i ben 4 milioni già stanziati dalla nostra giunta regionale, con l’assessore Sergio Milia, e fu clamorosamente smentito da alcuni presenti, che solo per cortesia istituzionale non lo sbugiardarono di fronte a telecamere e microfoni. Se anche questa giunta farà il suo dovere, la cosa non potrà che farci piacere, ma basta con le bufale e i continui insulti al lavoro altrui”.

Ryanair: il Governo presenta l’emendamento fuori tempo massimo.

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“L’ammissione in extremis dell’emendamento presentato fuori tempo massimo evita che la distrazione del Governo produca ulteriori danni”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta la decisione della Commissione di riammettere l’emendamento sull’addizionale sui diritti di imbarco, presentato fuori tempo massimo dall’esecutivo. “Già si tratta di una soluzione tampone insufficiente, ma se fosse saltata dopo le sollecitazioni, gli annunci e i continui rinvii visti in questi mesi sarebbe stata una vera e propria beffa. Ora la Giunta Pigliaru faccia la propria parte ed esca dall’immobilismo sulle azioni da porre in essere sul piano regionale. Difenda la legge regionale 10 a Bruxelles o, se non ritiene che sia compatibile con la normativa europea, proponga un’alternativa. Gli alibi sono finiti – ha concluso l’esponente azzurro-, è ora di decidere”.

Tirrenia: fino a 100 euro in più per partire ad Agosto.

“Fino a cento euro in più per partire ad agosto”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, che già ha presentato una mozione e un’interrogazione con l’intero gruppo azzurro, è ritornato sull’aumento delle tariffe della Tirrenia. Sulla sua pagina di Facebook il coordinatore azzurro, che nelle scorse settimane aveva pubblicato gli screenshot relativi ai prezzi per il mese di agosto, verificati il 4, l’11 e il 19 Luglio (per due adulti, un bambino, con auto e cabina), ha rilevato che nelle tre diverse simulazioni si passa per il 1 Agosto si passa da 525,97 euro a 616,97 e oggi 631,97; per il 6 Agosto si passa da 685,45 euro a 748,71 fino a 834,97 di oggi e per il 13 Agosto da 574,71 a 584,71, e agli odierni 591,47. Ci troviamo – prosegue il forzista- davanti ad una situazione verificabile da chiunque. Dopo la nostra vittoria storica davanti alla Corte Costituzionale, con la sentenza che ha stabilito che la Sardegna deve partecipare alle decisioni in materia, occorre rivedere radicalmente la convenzione. Oltre un anno fa – ricorda l’esponente azzurro- il Consiglio ha approvato un ordine del giorno in cui si chiedeva alla giunta regionale di monitorare le tariffe, di contrastare fenomeni avvicinabili al monopolio e di esercitare un ruolo attivo nella politica dei collegamenti marittimi. Da allora abbiamo registrato solo il silenzio assordante del presidente Pigliaru e il clamore delle promesse roboanti del duo Renzi-Onorato dal palco della Leopolda 2015, i cui risultati sono ora davanti agli occhi di tutti”.

Molentargius: questi sarebbero i “potenti mezzi” per fronteggiare il fuoco?

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Uno strano autocarro con un serbatoio legato con lo spago: sarebbero questi i potenti mezzi impiegati per fronteggiare il fronte del fuoco nel Parco di Molentargius? Alcuni giorni fa abbiamo letto sulla stampa regionale la notizia dell’assegnazione del servizio antincendi, ma è evidente che ci troviamo di fronte ad un mezzo che non è idoneo neppure per annaffiare i fiori. Peraltro, se, come sembra, c’è un solo operatore, non si spiega come possa intervenire in caso di incendio. Non è pensabile infatti che guidi il mezzo e allo stesso tempo operi con il modulo antincendio.

Stiamo già preparando un’interrogazione (in verità è la seconda sulla situazione del parco) per chiedere chiarezza e soprattutto interventi concreti per salvaguardare un patrimonio naturalistico che non può essere lasciato in balia degli eventi, con mezzi improvvisati e inadeguati.

Pigliaru & c. smentiti dalla Corte dei Conti. Aumenta la spesa sanitaria.

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“I dati della Corte dei Conti smentiscono due anni di bugie e mistificazioni di Pigliaru e dei suoi esimi colleghi”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta il report della Corte dei Conti, che certifica un aumento della spesa sanitaria dal momento in cui si è insediata la giunta regionale. “Quando ha deciso l’aumento delle tasse, per ora solo sospeso, a carico dei sardi – evidenzia l’esponente azzurro- è perché non  solo Pigliaru non ha risparmiato un solo euro e ha speso di più ma anche  perché, confidando in quelle che lui definiva serie interlocuzioni con il Governo Renzi, non aveva neppure stanziato in bilancio il necessario per finanziare la spesa. Così voleva mettere le mani nelle tasche dei cittadini per coprire il risultato dell’immobilismo politico e di un errore di valutazione da dilettanti allo sbaraglio. Errare è umano, ma la giunta persevera diabolicamente quando vuole propinare all’opinione pubblica come unica, cinque ASL, che ricordano il cosiddetto pentapartito della Prima Repubblica. Quella che viene contrabbandata come una riforma è solo la foglia di fico di un presidente della Regione che copre con etichette fasulle provvedimenti che hanno ben altro contenuto. Ribadiamo inoltre che c’è una grande differenza tra una giunta che investe per la chirurgia robotica al Brotzu, giusto per fare un esempio, ed un’altra che invece non ha fatto nulla, se non vuoti proclami o accorpamenti pasticciati che stanno solo portando il caos e mortificando perfino i casi di buona sanità. Pensino alla salute dei sardi – ha concluso Cappellacci- e non solo a quella di una maggioranza composita ed eterogenea”.