«Ora lo Stato faccia la sua parte». Lunedì a Roma il governatore Ugo Cappellacci lo ricorderà al premier Enrico Letta in occasione dell’incontro con la Conferenza delle Regioni convocato a Palazzo Chigi. Chiederà non solo che le risorse della Vertenza entrate, un miliardo e 400 milioni, vengano trasferite fino all’ultimo euro a Cagliari ma soprattutto che possano essere spese. Insomma, dovrebbe proporre il rilancio del tavolo con lo Stato per chiudere definitivamente la partita. Dalla sua il capo dell’esecutivo ha l’ultima sentenza della Consulta. Pur avendo respinto il ricorso della Regione al ministero delle Finanze, la Corte costituzionale ha riconosciuto che «lo Stato è debitore moroso della Sardegna e questo ci permette di passare alla fase due: ottenere la modifica del Patto di stabilità in ragione dell’articolo 8 dello Statuto». LA PARTITA Il giorno dopo la sentenza il governatore Ugo Cappellacci è moderatamente fiducioso. «Il risultato sul riconoscimento del debito da parte dello Stato è stato centrato; ora l’obiettivo è riuscire a convincere il governo a finire di trasferire e a dare la possibilità di spendere le risorse». Per dare forza al riconoscimento costituzionale del debito, Cappellacci sottolinea un passaggio del dispositivo: «Indubbiamente l’inerzia statale troppo a lungo ha fatto permanere uno stato di incertezza che determina conseguenze negative sulle finanze regionali, alle quali occorre tempestivamente porre rimedio, trasferendo, senza ulteriore indugio, le risorse determinate a norma dello Statuto». Il sentimento del presidente della Regione è condiviso dall’assessore alla Programmazione Alessandra Zedda: «L’impostazione della consulta ci conforta», dice. «La strada di continuare la trattativa con lo Stato è quella giusta. Ora aspettiamo che il governo sia ottemperante».LE REAZIONI Le reazioni dei partiti, però, non sono tutte positive. Se Adriano Salis (Gruppo Misto) osserva che «nella Vertenza entrate ormai da anni tutti ci danno ragione, come ai fessi, ma nessuno scuce un euro», il capogruppo del Pd Giampaolo Diana mette benzina sul fuoco: «Cappellacci sta utilizzando il pronunciamento della Consulta come uno spot, l’ennesimo». Per l’esponente democratico non c’è niente di nuovo sotto il sole: «Che siamo creditori nei confronti dello Stato lo sappiamo dal 2007, anno dell’accordo Soru-Prodi. Dal 2010 l’intesa sulle entrate sarebbe dovuta entrare a regime, ma la Regione non ha fatto nulla perché a Palazzo Chigi c’era Berlusconi. Con Monti, poi, il governatore ha cambiato strategia, intimando il governo a fare la sua parte con una lettera in sardo. Abbiamo denunciato in tutti i modi gli errori di Cappellacci: non ha saputo gestire con autorevolezza il rapporto col governo e per nascondere questi limiti ha aperto una guerra legale sapendo che non sarebbe approdato a nulla, solo per avere un ritorno mediatico». Diana fa una proposta: «A suo tempo, con una mozione, cercammo di convincere la Giunta a presentare un piano straordinario di interventi per colmare il deficit infrastrutturale», conclude. «Era un piano che prevedeva 500 milioni all’anno che il governo avrebbe potuto concedere in titoli di Stato. Non siamo stati ascoltati». Anche Giacomo Sanna, leader Psd’Az) storce il naso: «È l’ennesima ammissione. Il problema è ottenere i soldi e poterli spendere. Ma reagire sarebbe chiedere troppo a questa Giunta».FIDUCIA Messaggi di fiducia arrivano invece dalla maggioranza. Michele Cossa, leader dei Riformatori, osserva: «Il debito è stato riconosciuto costituzionalmente, questa sentenza ci dà forza e argomenti per continuare a chiedere ciò che spetta ai sardi». Sulla stessa linea il capogruppo del Pdl Pietro Pittalis: «Ora si vada avanti nella trattativa per ottenere l’allentamento dei vincoli».Lorenzo Piras
Entrate, Cappellacci da Letta: «Il governo faccia la sua parte» (L’Unione Sarda)
Patto di stabilità, sfida aperta (L’Unione Sarda)
La manovra a un bivio: lettera al ministro Grilli e un emendamento della Giunta
Cappellacci: avanti anche senza accordo col governo
Lettera ai ministri Grilli e Passera. Dal decreto-legge sui pagamenti alle imprese nuovo schiaffo alla Sardegna. Limiti di spesa sforati a giugno.
La Regione spenderà tutti i suoi soldi, anche quelli bloccati dai limiti di spesa del governo di Roma. Costi quel che costi: a partire dal prossimo 30 giugno, termine ultimo per trovare un accordo col ministero delle Finanze. «Anche senza quest’intesa andremo avanti lo stesso», ha annunciato ieri sera Ugo Cappellacci a Villa Devoto illustrando le ultime due mosse della sua Giunta: una lettera-ultimatum ai ministri Grilli e Passera (con richiesta di incontro) e una correzione alla finanziaria regionale per cercare di placare i mal di pancia nella maggioranza avvertiti durante l’esame nella commissione bilancio del Consiglio regionale. Oggi ne parlerà direttamente con i partner di governo, una chiamata alle armi perché il tempo corre: la manovra va approvata entro aprile.IL DECRETO La Giunta aspettava che nel decreto legge per i pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese – varato l’altro giorno dal declinante esecutivo Monti – fosse contenuto un articolo «salva-Sardegna». Per capire: l’ok romano a spendere i fondi in più ottenuti in base alle revisione delle entrate tributarie. Poco più di un miliardo e duecento milioni, quanto basta per far partire misure straordinarie anti-crisi e anti-povertà: dall’azzeramento dell’Imu alle famiglie povere ai sussidi in Sardex (la moneta per lo scambio di servizi) ai disoccupati. Niente da fare: pubblicato l’altro giorno sulla Gazzetta Ufficiale, il decreto governativo non fa cenno alla deroga per la nostra isola (mentre viene incontro a Sicilia e Piemonte) e a questo punto – spiega il governatore – senza una modifica del decreto Grilli sui debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, la Regione Sardegna si vedrà costretta ad approvare la norma, inserita nella Finanziaria regionale 2013, che revisiona unilateralmente il patto di stabilità correggendo al rialzo di 1,2 miliardi i propri limiti di spesa». È un problema di sopravvivenza per tutti i sardi: «L’adeguamento del patto stabilità rappresenta il principale problema che la Sardegna sta vivendo, è una tagliola che sta fortemente penalizzando il sistema e un eventuale rispetto regole non consentirà di arrivare alla chiusura del bilancio», conclude Cappellacci, sollecitando i due ministri a un incontro con i rappresentanti della Regione.EMENDAMENTI Nel frattempo anche la Manovra verrà modificata con due emendamenti della Giunta regionale (discussi oggi in un vertice di maggioranza: l’eliminazione della tabella F che conteneva gli interventi previsti per 1,2 miliardi sulla base della riscrittura unilaterale del patto di stabilità e la previsione del rispetto dei limiti del patto sino al 30 giugno. «Da questa data la Regione adeguerà anche senza accordo con lo Stato, il proprio patto accendendo una linea di credito autonoma con un mutuo da 800 milioni, evitando di utilizzare quella linea stabilita dal decreto», ha annunciato l’assessore Alessandra Zedda.Una prova di forza, come precisa lo stesso Cappellacci molto «più aggressiva» rispetto all’impostazione iniziale: non si aspetta più il permesso, da giugno la Regione sforerà il suo tetto. L’ESAME Intanto l’esame della Manovra va avanti in Consiglio regionale con qualche scossone. Ieri la commissione Bilancio ha incontrato i rappresentanti dei sindacati e degli enti locali mentre la commissione Agricoltura ha dato un parere positivo solo grazie al voto – che vale doppio – del presidente della commissione Paolo Terzo Sanna. I Riformatori (forza di maggioranza) si sono astenuti al pari del Psd’Az, fuoriuscito dalla compagine qualche settimana fa.I SINDACATI L’impostazione della Manovra 2013 non piace alla Cgil che la ritiene «per certi versi inefficace e per altri persino pericolosa, come quando si vanno a riscrivere unilateralmente i tetti di spesa sul patto di stabilità. Va completamente riscritta», ha spiegato il segretario regionale Michele Carrus al termine dell’audizione. Anche la Cisl ha bocciato la proposta di Finanziaria, presentando in commissione Bilancio un decalogo che spiega i perché la Manovra sia «del tutto inadeguata»: una Finanziaria che arriva «con un enorme ritardo e porterà a un incremento ulteriore dei residui». GLI ENTI LOCALI Da parte sua l’assemblea del Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere negativo sulla Finanziaria, mentre i sindaci sono pronti a una mobilitazione di piazza per una Manovra definita «inaccettabile».Antonio Martis
La Regione vara un nuovo marchio per i prodotti sardi
Il piano illustrato da Cappellacci e Cherchi: nessuna sovrapposizione con Dop e Igp
Sardegna vuol dire “qualità”
L’iniziativa vuole puntare sul concetto di identità sarda. Il marchio sarà rappresentato da una Q con 4 puntini neri che rappresentano i 4 mori.
Per dare maggiore visibilità e competitività sui mercati nazionali e internazionali ai prodotti agroalimentari sardi, che non possiedono i riconoscimenti Dop e Igp, la Regione ha pensato di scommettere su un marchio di qualità. La finalità è di rafforzare il concetto legato alla qualità di un prodotto partendo anche dalla valorizzazione dell’ambiente naturale e umano. Il marchio di qualità agroalimentare della Sardegna nasce con l’intento di esaltare i punti di forza dei prodotti agricoli e alimentari che hanno un elevato standard certificato. IL MARCHIO Ieri a Villa Devoto il presidente della Regione Ugo Cappellacci e l’assessore regionale dell’Agricoltura Oscar Cherchi hanno illustrato nel dettaglio le fasi del riconoscimento del marchio. «L’azione che abbiamo deciso di intraprendere», ha spiegato Cappellacci, «è orientata nel segno dell’identità. La Sardegna, per questioni geografiche e demografiche, non ha ancora maturato la capacità di aggredire il mercato con elevate quantità di prodotti. L’unica scelta è quella di puntare sulla qualità. Questa rappresenta una leva che può consentire ai nostri prodotti di affermarsi nei mercati». Per il presidente della Regione il percorso legato al marchio di qualità rappresenta «un’azione di marketing territoriale per l’intero sistema Sardegna. È un intervento che va nella stessa direzione di quello che era stato fatto in sede di Comunità europea quando ci si era attivati per tutelare la qualità attraverso i marchi Dop e Igp». IL PROCEDIMENTO La Regione è impegnata da diverso tempo nel sostegno delle produzioni agroalimentari. L’assessore Cherchi ha spiegato che «con quest’altra iniziativa, nel rispetto delle normative comunitarie, si vuole veicolare un messaggio chiaro che possa identificare un determinato prodotto sardo. L’elaborazione del regolamento d’uso del marchio di qualità è in itinere. Verrà notificato all’Unione europea e successivamente registrato alla Camera di commercio di Cagliari. Successivamente saranno predisposte le linee guida». Il marchio, scelto attraverso un concorso di idee, è rappresentato graficamente da una Q di colore rosso, circondata da quattro cerchi neri che richiamano il simbolo dei 4 mori con la scritta “Qualità Sardegna” su sfondo verde. «È un marchio ombrello», ha concluso Cherchi, «che riassume la copertura delle produzioni agroalimentari. Questo è il punto di partenza di un percorso che ci mette a confronto con le altre realtà territoriali nazionali. Ora sarà necessario un raccordo con il Consiglio regionale, che dovrà lavorare per varare una norma che prosegua questo ragionamento». Eleonora Bullegas
La Regione non si arrende «Ripartiremo con la Flotta Sarda» (La Nuova Sardegna)
Ma serve il via libera dell’Unione europea. Cappellacci: «Pronti a far salpare subito le navi» Sui conti della Saremar il governatore garantisce: tutto in regola, non esistono buchi di bilancio
di Umberto Aime
CAGLIARI La Flotta Sarda (con due maiuscole, perché è una società per azioni) non è in disarmo. A giurarlo, con tanto di citazione («un politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni», De Gasperi) è stato il governatore Ugo Cappellacci. Preoccupato che una settimana fa fosse stato frainteso e l’avessero preso per un codardo, ieri è stato didascalico: «La legge regionale che ha istituito l’innovativa Flotta Sarda Spa è al vaglio dell’Europa e se il via libera dovesse arrivare anche ad agosto, faremmo salpare lo stesso le nostre navi. Perché non sarà più un esperimento, come con la Saremar, ma il nostro formale impegno che vogliamo essere noi a garantire i trasporti marittimi 12 mesi su 12». Nel dettaglio, stando alla promessa solenne, le rotte saranno quattro, tre al nord e due al sud dell’isola, garantite da otto navi noleggiate con i 20 milioni l’anno e per cinque anni che la legge metterà nelle casse della Spa. «Questo per me – ha detto il presidente – è uno di quei progetti strutturali che guardano alle prossime generazioni», e non «più all’emergenza delle stagioni 2011 e 2012 quando di fronte all’aggressione degli armatori e agli aumenti delle tariffe, reagimmo duri coi traghetti Saremar». Chiarito quello che farà appena arriverà l’atteso bollino blu europeo, ma è molto difficile che sia prima di settembre, Cappellacci ha messo assieme, una pagina dopo l’altra, l’ultimo suo dossier (titolo: «Verità, polemiche e disinformazione») sulla vertenza trasporti. È quello lasciatogli in eredità dall’ex assessore sardista Christian Solinas uscito all’indomani dell’addio del Psd’Az dalla giunta. Caro-traghetti. Nel 2011, la Regione cercò più volte di fermare il caro-traghetti, ma furono le compagnie ad abbandonare il tavolo tecnico per poi aumentare comunque le tariffe anche del 110 per cento, nonostante il carburante fosse cresciuto solo del 40. «In quei mesi – ha detto il governatore– trovammo persino un altro avversario: il governo Berlusconi, che non raccolse i nostri appelli e finì per esserci ostile». In questo passaggio, ha ricordato anche il suo clamoroso gesto della tessera stracciata, quella del Pdl, ma che di fatto ha tenuto sempre in tasca, perché nel partito c’è ancora. Caso Tirrenia. Sempre nel 2011, secondo il presidente, fu ancora Palazzo Chigi convinto dal ministro Matteoli, a «non ascoltare gli appelli della Regione che denunciava l’annunciata svendita-truffa della Tirrenia di Stato ai privati». E ha aggiunto: «Noi invece chiedevamo un bando di gara per ogni rotta e i vari capitoli della convenzione. Ma scoprimmo che Roma aveva già deciso: voleva vendere in blocco la compagnia agli armatori napoletani, così come poi ha fatto il governo Monti, col ministro Passera». Per la verità, nell’estate del 2012, alla Regione fu offerto più di un posto nella nuova Cin-Tirrenia: «Certo – ha detto Cappellacci – ma rifiutammo il baratto fra sottomissione e poltrone». Saremar. Nell’aprile del 2011 e fino al 2012 «reagimmo all’aggressione del mercato con le navi Saremar e da quel momento in poi ci sono saltati addosso», ha detto, nel ricordo dei ricorsi subiti nei tribunali di mezza Italia, al Tar e all’Unione Europea. «La controreazione degli armatori fu rabbiosa e lo è ancora– ha continuato – ma oggi sappiamo che erano tutti dentro un cartello». Poi una precisazione: «La Saremar, in quegli anni, non è stata foraggiata con aiuti di Stato, ha avuto delle compensazioni per il servizio svolto. Questo abbiamo scritto all’Antitrust europeo e siamo convinti che alla fine usciremo indenni dalla maxi indagine sui misteri dei trasporti marittimi in Italia». Con un ottimismo persino esagerato, ha aggiunto: «Tutti i nostri conti sono in regola, non esiste alcun buco di bilancio della Saremar e su questo c’è stata molta disinformazione: come mai nessuno si straccia le vesti quando finanziamo Trenitalia con 40 milioni e le aziende di trasporto interno con 154? Perché garantiamo un servizio, com’è accaduto con Saremar». È probabile, ma sui conti la Regione ha peccato in trasparenza: sarebbe stata sufficiente più chiarezza e tempestività, per non finire nel mirino di molti e soprattutto del «fuoco amico». Flotta Sarda. La legge non è stata impugnata dal governo, ma «prima di costituire la Spa, aspettiamo fiduciosi l’Europa», con un ultimo giuramento: «Sarà un referendum on-line a dire se i sardi vogliono o no una loro flotta». Lui ha già cliccato sul sì.
Caro traghetti, vince la Sardegna Cappellacci: imbroglio smascherato (L’Unione Sarda).
L’Antitrust dà ragione alla Regione sul caro traghetti. L’authority della concorrenza e dei mercati, cui da viale Trento si erano rivolti nel 2011 per via dell’aumento esorbitante (fino all’85 per cento) delle tariffe praticate, non avrebbe ritenuto congrue le giustificazioni addotte dalle compagnie di navigazione. CARTELLO Aumenti improvvisi che – secondo la Regione – sarebbero conseguenza di una sorta di cartello realizzato dagli armatori. Per lo stesso motivo le associazioni aderenti al Casper (il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio che riunisce Adoc, Codacons, Movimento Difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori) avevano presentato – sempre nel 2011 – un esposto all’autorità per la concorrenza.IL RICORSO Il ricorso è in fase di istruttoria, ma da indiscrezioni sembrerebbe profilarsi un successo della Sardegna. Soddisfatto il governatore Ugo Cappellacci: «Le compagnie adducevano come scusante l’aumento del carburante, ma mentivano. Ora puntiamo forte sulla flotta sarda». Per il presidente della Regione, che nella terza versione del suo esecutivo ha tenuto per sé l’interim dei Trasporti dopo l’uscita dei sardisti, «si sta rivelando l’imbroglio architettato dalle compagnie, celato sotto la firma di un accordo fatto in danno dei sardi. Le loro giustificazioni non sono state ritenute congrue: dietro l’operazione della nuova Tirrenia, presentata come la soluzione di tutti i problemi, c’erano freddi e cinici speculatori». Ancora: «Direi che l’Antitrust conferma la bontà delle nostre tesi. Ora andremo avanti con la flotta sarda, obiettivo tutt’altro che abbandonato». FLOTTA SARDA Sulla possibilità di istituire una compagnia di navigazione regionale, Cappellacci ha fatto sapere che per adesso il discorso è congelato in attesa delle decisioni dell’Ue, ma che si riaprirà con vigore non appena da Bruxelles arriverà un pronunciamento: «Dobbiamo aspettare l’esito dell’istruttoria sulla legge. Non possiamo fare niente finché l’Unione europea non si pronuncia. Un fatto è certo: nulla è archiviato. Anzi, il risultato ottenuto con le decisioni dell’Antitrust rafforza le nostre posizioni. Quello per la flotta sarda è un processo complesso e impegnativo che richiede i suoi tempi. Se l’Unione europea decide domani, dopodomani siamo al lavoro per rimettere in piedi il sistema di trasporto marittimo agevolato. Saremar l’abbiamo messa su in trenta giorni». Quindi l’affondo contro Tirrenia: «Non ci dà garanzie, visto che il suo nuovo corso nasce sulla base di un accordo collusivo in danno dei passeggeri».I SARDISTI Duro Giacomo Sanna, leader del Psd’Az, che preannuncia un esposto alla Procura della Repubblica: «Non appena sarà ufficiale il pronunciamento dell’Autorità garante del mercato e della concorrenza che conferma e certifica l’esistenza del cartello degli armatori napoletani per le tariffe e nei collegamenti marittimi da e per la Sardegna, presenterò un esposto in Procura per fare luce sulle collusioni che hanno portato alla svendita di Tirrenia in danno dei sardi e del libero mercato».Lorenzo Piras
Uno shock per contrastare la lentezza della burocrazia.
“Una serie di azioni per dare luogo ad un vero e proprio shock anti-burocrazia”. Così il presidente della regione, Ugo Cappellacci, annuncia l’approvazione durante l’odierna riunione della Giunta di una delibera destinata a contrastare le lentezze della pubblica amministrazione. “É intollerabile – osserva Cappellacci – che i tempi della pubblica amministrazione siano diversi da quelli che tutti noi viviamo nel quotidiano come cittadini, lavoratori, imprenditori, studenti eccetera. Per questo – ha aggiunto il presidente – occorre una netta distinzione tra la buona amministrazione e quella che invece non rispetta i cittadini. Il rispetto dei tempi di ogni procedimento – evidenzia Cappellacci – sarà ancorato alla valutazione del responsabile e la mancata o tardiva emanazione del provvedimento sarà elemento di valutazione della performance individuale nonché di responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile del dirigente e del funzionario inadempiente. Abbiamo inoltre istituito – prosegue il presidente – la figura del sostituto del responsabile del procedimento, che subentra nel caso di inerzia del responsabile: ciascuna Direzione Generale dovrà nominare tale figura. L’elenco sarà pubblico e consultabile sul sito Web istituzionale della Regione. Inoltre – prosegue Cappellacci – abbiamo stabilito che il Piano della Performance ed il Programma Triennale per la trasparenza e l’integrità, che saranno approvati entro il 30 maggio, saranno strettamente collegati alle misure anti-corruzione, per sottolineare la necessità di contrastare le patologie della pubblica amministrazione con azioni volte a incrementare la trasparenza della stessa”.
Fatti: indennità degli assessori ridotta a un euro.
La Giunta regionale ha deliberato stamane la riduzione dell’indennita’ degli assessori alla stessa cifra gia’ stabilita nel 2011 per il sottoscritto: 1 euro. E’ un segnale concreto e dovuto per significare che l’Autonomia sarda non e’ solo difesa e rivendicazione di diritti, ma e’ anche e soprattutto assunzione di responsabilita’. Un segnale anche per dire che la politica non e’ un mestiere, una carriera o una rendita di posizione, ma e’ essenzialmente servizio, passione, senso di appartenenza e partecipazione alla vita pubblica della comunità”.
Zona Franca: le lettere a Monti e Tajani.
“Come preannunciato, ho scritto al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, per sensibilizzarlo sul tema della zona franca in vista del vertice europeo del 14 Marzo. Dopo aver illustrato le iniziative intraprese dalla Regione, ho sottolineato che la modifica del nuovo codice doganale comunitario è parte integrante della più ampia vertenza che la Regione sta portando avanti per l’effettivo riconoscimento della condizione insulare, dei gravi svantaggi permanenti in termini di maggiori costi rispetto ad altri territori nazionali ed europei, ulteriormente acuiti dalla grave e perdurante crisi che colpisce il nostro apparato produttivo.
Ho chiesto al presidente del consiglio un qualificato intervento che richiami l’attenzione dei massimi vertici comunitari sul tema del rispetto dei principi sanciti dall’art. 174 del Trattato di Lisbona finalizzato a promuovere uno sviluppo armonioso dell’insieme dell’Unione realizzando il rafforzamento della sua coesione economica, sociale e territoriale e riducendo il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite. Ho sollecitato inoltre un’iniziativa per favorire un urgente incontro di approfondimento ed un confronto tecnico con gli uffici della competente Commissione europea in materia di codice doganale.
Inoltre mi sono rivolto nuovamente anche al vicepresidente della Commissione Europea, Tajani, al quale con una missiva ho chiesto un intervento per meglio rappresentare al Commissario Šemeta (al quale ho scritto nelle scorse settimane) le esigenze della Sardegna e poter quindi organizzare quanto prima l’incontro richiesto”.
Ugo Cappellacci
MEDITERRANEO – PROGRAMMA EX ENPI, REGIONE SARDEGNA CONFERMATA AUTORITA’ DI GESTIONE.
La Sardegna conferma il suo ruolo guida, come autorita’ di gestione, del progetto ENI, ex ENPI. L’ ha reso noto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dopo la decisione (con dieci voti a favore) del comitato di programmazione congiunta ENI (Strumento Europeo di Vicinato) CBC (Cooperazione Transfrontaliera), Bacino del Mediteraneo (ex ENPI). Il comitato e’ costituito da 14 Paesi, con una popolazione complessiva di circa 110 milioni di cittadini.
Il programma ENI e’ un’azione di cooperazione transfrontaliera che coinvolge, oltre ai paesi europei, i partner delle Regioni costiere dl Mediterraneo. Nella sua edizione precedente e’ stato finanziato con 173 milioni di euro destinati a promuovere azioni e progetti definiti dai paesi partecipanti.
“Consolidiamo cosi’ – ha evidenziato Cappellacci – la nostra azione di prospettiva su quel bacino del Mediterraneo che deve essere considerato dall’Europa un’opportunita’. La Sardegna per la sua posizione geografica, e ora anche per una positiva esperienza riconosciuta a livello nazionale ed internazionale, continua a recitare un ruolo da protagonista”.
SASSARI-OLBIA: PROSEGUIRE LAVORO VIRTUOSO SVOLTO CON GESTIONE COMMISSARIALE
“La gestione commissariale, che aveva messo nelle mani della Sardegna le redini del procedimento per la realizzazione della Sassari-Olbia ha consentito di raggiungere risultati concreti e importanti: 12 bandi su 12 pubblicati e l’avvio dei cantieri”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dopo aver siglato stamane a Palazzo Chigi con il ministro Barca, il sottosegretario Ciaccia, il prefetto Gabrielli e l’amministratore unico dell’Anas Ciucci, il contratto istituzionale di sviluppo che disciplina i rapporti relativi alla realizzazione della Sassari-Olbia, in seguito alla cessazione della gestione commissariale. “Occorre dare continuità al lavoro svolto dalla Sardegna e proseguire senza soluzione di continuità verso la realizzazione completa dell’opera. Il contratto – ha evidenziato il presidente- fa propri i risultati della gestione commissariale perché le Ordinanze del Commissario Delegato, ne rappresentano l’ossatura. In particolare il costo complessivo dell’opera é determinato, secondo quanto già disposto nell’ultima Ordinanza, in circa 930 milioni. Una gestione virtuosa delle risorse stanziate ha portato a rendere di nuovo disponibili per il sistema regionale le risorse derivanti dai ribassi d’asta. I quadri economici degli interventi – evidenzia il presidente- saranno analizzati in sede di Comitato di Attuazione e Sorveglianza: ciò significa che tutti i costi saranno analizzati e validati dalla Regione e le risorse finanziarie residue saranno reinvestite nel territorio regionale, non saranno bloccate né dirottate verso altre destinazioni. Inoltre – ha aggiunto Cappellacci- il coordinamento nell’attuazione del Contratto è svolto dalla Regione Sardegna: un risultato importante perché i contratti istituzionali fin qui firmati hanno infatti sempre assegnato tale ruolo al solo Ministero dello Sviluppo Economico. Nonostante che tutti i regimi commissariali siano stati dichiarati conclusi al termine del 2012 – ha osservato Cappellacci- la Sardegna continuerà a presidiare attivamente e operativamente un percorso che non solo condurrà alla realizzazione dell’opera, ma che consentirà di passare da un’incompiuta, triste simbolo di lutti e del divario infrastrutturale della nostra isola, ad una dimostrazione di efficienza e di come con l’unità, con leale collaborazione istituzionale, si possano raggiungere risultati concreti”.
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